Editoriale
Valentina ValentiniUn Manifesto è motore di desideri di cambiamento
si scrive un Manifesto perché si desidera affermare un diritto, una idea, una visione del mondo: per indicare una prospettiva verso cui tendere
un Manifesto è per qualcosa ed è contro qualcosa
il Manifesto è agit prop
il Manifesto è un formato comunicativo che spinge all’azione:
si scrive un Manifesto per affermare e combattere
Dai testi qui pubblicati ho estrapolato questa mappa tematica
cosa vuoi distruggere?
la chiarezza, l’assertività, la trasparenza, l’evidenza,
cosa non vogliamo?
il muro, l’esclusione
essere isolati
non vogliamo che il tasso di abbandono scolastico sia significativamente più alto al Quarticciolo anche rispetto a quello dei quartieri limitrofi della periferia storica
non vogliamo che i giovani, anche minori, entrino in contatto con realtà criminali
No agli ambienti di lavoro che non tengano conto del benessere psicofisico delle persone
No alla netta maggioranza di maschi cisgender bianchi abili in posizioni di potere istituzionale/di curatela/di direzione artistica
No al fare comunque
No alla novità
NO. Non abbiamo bisogno di riaprire le attività, se non esistono le condizioni per farlo, in sicurezza e per tutt_.
Non vogliamo una società che ha creato una scala di valutazione delle abilità,
che ha selezionato i corpi e gli stili di vita che hanno diritto ad abitare il mondo,
che ha costruito riserve naturali
spazi controllati
non possiamo più accettare che sotto un unico confortevole termine dal sapore medico-scientifico vengano raccontati e appiattiti i nostri corpi, le nostre storie, le nostre mutevoli identità.
Non vogliamo identità forti e muscolari, come maschile e femminile, espresso dai marcatori M o F
Non vogliamo che l’esperienza trans negata e rimossa storicamente, incasellata tra le perversioni e le patologie mentali sia repressa, relegata a manicomi o carceri, collocata nel limbo dello spettacolo, circoscritta alla prostituzione. negli studi di psichiatri, criminologi e chirurghi.
Cosa vuoi edificare?
ciò che resta segreto, nascosto, occulto, enigmatico
vogliamo lavorare in rete, scambiare le informazioni, unire le forze
organizzare questa ricchezza di scambi e mutuo appoggio
vogliamo promuovere le attività artistiche, la socialità tra pari, l’alfabetizzazione informatica, lo sport, gli stimoli culturali fondamentali per prevenire atteggiamenti di disaffezione alla vita scolastica
vogliamo attivare percorsi formativi collettivi, antidoto a comportamenti antisociali in casa e in quartiere
vogliamo contribuire allo sviluppo delle capacità di ciascuno. Vogliamo che chi nasce al Quarticciolo o chi ci viene a vivere abbia le stesse possibilità di chi vive in contesti più agiati,
Sogniamo una Nuova Educazione Musicale che si spinga al di là dell’educazione scolastica e attraversi i tessuti sociali e i territori perchè in Italia qualcosa c’era, va recuperato: c’erano le bande di paese, che oltre ad aver formato generazioni di professionisti accompagnavano gli eventi di vita; c’erano i luoghi in cui ci si incontrava per ballare, o meglio si ballava per potersi incontrare; c’erano i Canti del Maggio nei quali i contadini si sfidavano a colpi di rime in ottava per glorificare l’arrivo della primavera; c’erano i canti di lavoro per dare dignità e senso alla fatica di una esistenza e resistenza culturale antica e potente
Vogliamo comporre un vocabolario che rappresenti una possibile scatola degli attrezzi cui attingere per ricostruire percorsi,
Gender variant come favoloso paradigma delle differenze
un’identità altra, fluida, non binaria che ricerca la libertà di essere e di esprimersi
È questo il tempo di intrecciare le lotte, uscire dall’invisibilità, prendere parola.
costruire nuovi spazi di possibilità
corpi, storie, mutevoli identità
Ci vuole ascolto per i balbettii, per le frasi mozzate, le parole sbagliate.
Ancora una volta, cara Valentina, sei hic et nunc come il più puro performance artist. Condivido e sottoscrivo ogni parola.